giovedì 5 maggio 2011

MiRi - ricorso al tar

UN CONTRIBUTO PER IL RICORSO AL TAR
1. Nel 2000 è stato siglato un contratto tra il Comune di Milano e Milano Ristorazione (di proprietà del Comune al 99%) che è stato disatteso sistematicamente in molti aspetti sostanziali.
2.
I genitori, per 9 anni, hanno chiesto invano gli allegati del contratto che sono il completamento e le specifiche del contratto stesso siglato da Milano Ristorazione con il Comune di Milano.
3. Il Comune di Milano, che deve controllare l'applicazione del contratto di servizio, non lo ha mai fatto.
4. Una mamma costringe Milano Ristorazione a consegnare gli allegati (dopo 9 anni) attraverso una richiesta formale di accesso agli atti.
5. Si scoprono tutte le inadempienze che Milano Ristorazione ha perpetrato in 10 anni grazie al Comune di Milano che non ha mai controllato l’applicazione del contratto.
6. Nell’anno scolastico 2009/2010 si susseguono proteste dei genitori (Schiscetta Day, richiesta collettiva nelle scuole di dieta in bianco) per chiedere che migliori il servizio nel rispetto del contratto.
7. Milano Ristorazione non risponde e il Comune di Milano non muta comportamento.
8. A maggio 2010 i genitori siglano una class action contro Milano Ristorazione affinché adempia al contratto e ripristini la qualità del servizio mensa; il primo passo è la diffida.
9. Il 23.11.2010 avviene il primo e unico incontro sulla diffida consegnata a maggio 2010 (sei mesi dopo) presso il legale di MiRi, presenti i legali, alcuni genitori e Milano Ristorazione stessa che chiede ai genitori una proposta di conciliazione.
10. La proposta dei genitori viene consegnata il 24.2.2011 rispetto alla quale Milano Ristorazione non ha MAI formulato una controproposta.
11. Milano Ristorazione non dà riscontro alla proposta di accordo dei genitori, ma propone un incontro il 13 aprile presso la Camera di Commercio di Milano, in qualità di Camera Arbitrale, chiedendo di sostenere le spese pari a e € 740,00 euro.
12. Il mancato riscontro alla proposta dei genitori evidenzia una carente volontà conciliativa da parte di Milano Ristorazione, quindi l'intervento della Camera Arbitrale appare un modo per dilatare i tempi e far scadere i termini del ricorso al Tar.
13. Il 4 aprile le Commissioni mensa riunite in assemblea pubblica hanno deciso di ricorrere al TAR per chiedere che siano rispettati i termini del contratto di servizio che lega il Comune con la Milano Ristorazione S.p.A. e pretendere che venga fornita la qualità del servizio e degli alimenti che paghiamo, ma che i nostri bambini non hanno mai avuto.
14. Le commissioni mensa organizzeranno iniziative presso le scuole per informare i genitori e per raccogliere i fondi necessari per coprire le spese legali (circa 5/6.000,00 euro). I contributi possono essere offerti anche con bonifico, utilizzando i seguenti estremi:
IBAAN: IT09N0504801654000000000314
Intestato: Anna Santoiemma – Causale: un contributo per il Tar
UBI BANCA 2373 FIALE MILANO – BICOCCA, Viale Piero e Alberto Pirelli (ang. Piazzale della Trivulziana, 3) – 20126 Milano

TRASPARENZA
In rete esistono numerosi portali di varie città costruiti per dare visibilità del servizio mensa offerto nelle scuole del proprio comune, dove è possibile consultare il capitolato, l'esito delle ispezioni, i report delle commissioni mensa, i report dei controlli e analisi, i report sulla gradibilità dei menu.
Nel Comune di Milano per avere il contratto con gli allegati, i bandi di gara, i genitori hanno dovuto procedere con dei formali accessi agli atti e poi, a spese di alcuni di loro, predisporre un sito www.pappa-mi.it per mettere online il contratto, tutta la documentazione di supporto e le proprie ispezioni.

BIOLOGICO
Modena, Parma, Varese, Torino, Prato, Bolzano, Ferrara... tutti hanno prodotti di qualità, locali, e biologici in alcuni casi più di quanto indicato nel capitolato d'appalto. Anche a Roma, che ha adottato un sistema eterogeneo difficile da mappare, continuano ad offrire almento il 60/70% di cibi biologici.
Nel Comune di Milano, nonostante nel contratto si parlasse di una progressiva introduzione di alimenti biologici, anziché aumentare, sono diminuiti: c’erano pasta, riso e passata di pomodoro, oggi ci sono 2 formaggi da tavola.

CONTROLLI
I sistemi di controllo adottati nelle altre città coinvolgono sempre almeno un soggetto terzo indipendente, università o camera di commercio e spesso il risultato dei controlli viene reso pubblico.
Nel Comune di Milano non è dato sapere dei controlli e neanche dei risultati delle analisi, come non è chiaro chi ufficialmente elabori i menu e chi li approvi, mentre nelle altre realtà c'è sempre un soggetto competente a cui fare riferimento per l'elaborazione e l’autorizzazione dei menù.

ECOSOSTENIBILITA’
Ci sono mense virtuose premiate come Mensa Verde per le soluzioni ecosostenibili adottate nel rispetto dell'ambiente, senza l'impiego della plastica, con mezzi a metano per il trasporto, o l'impiego di detergenti biodegradabili, o l’adozione di pannelli solari.
Il Comune di Milano è l’unico in Italia che espone costantemente i bambini alla plastica, dall'olio in bottiglie di plastica, ai cibi che stazionano nelle vaschette di plastica (13.500 vaschette al giorno) per ore a temperature elevate, vaschette che da quest’anno si sono aggiunte ai 160.000 piatti di plastica più gli 80.000 bicchieri di plastica che da anni tutti i giorni vengono usati e buttati dai nostri bambini.

PAGAMENTI
Nella maggior parte dei comuni presi in considerazione si paga solo quello che si mangia.
Nel Comune di Milano si paga tutto, anche in caso di assenza del bambino o sciopero del fornitore e il valore del pasto non consumato va al Comune.

MODELLI
Le realtà virtuose hanno in genere un modello che sottintende una dimensione medio-piccola di produzione dei pasti.
Il Comune di Milano, ha scelto un monopolio di sua proprietà al 99% per offrire 80.000 pasti al giorno, in una logica di industrializzazione del cibo, riducendo progressivamente i centri cucina all’interno delle scuole (erano 46 e ora sono 25) per costruire un mega centro cucina in Via Sammartini (costato 19.000.000 di euro) da migliaia di pasti al giorno a scapito della cura e della qualità.

Domande e risposte di chiarimento:
-se non si dovesse raccogliere la cifra prevista cosa succede e cosa se ne fa dei soldi comunque raccolti?
-se i soldi raccolti dovessero invece essere piu' di quelli necessari come verranno utilizzati?

1. E’ bene ricordare che comunque il fine ultimo di questa raccolta è INNANZITUTTO LA COPERTURA DELLE SPESE LEGALI, di eventuali esborsi per incarichi a periti di cui il ricorso al TAR può necessitare e altre spese analoghe legate alle udienze. Anche nel caso in cui il ricorso fosse vinto dai genitori, non sappiamo come potrebbe comportarsi il giudice in merito alla suddivisione delle spese, in quanto lo scopo ultimo del ricorso e’ capire se e in che misura MiRi sia inadempiente rispetto al contratto. Anche avendo ragione, il TAR potrebbe ad esempio decidere per una compensazione delle spese che ci porterebbe comunque a sopportare dei costi non indifferenti. Solo a titolo di esempio, ricordiamo che siamo stati assistiti per quasi un anno da un avvocato amministrativista che non ha percepito alcuna parcella, nonostante abbia lavorato alacremente, per cui alla fine della vicenda sara’ il caso di riconoscergli un compenso, per quanto contenuto se dovesse toccare a noi direttamente pagarlo.

2. E’ importantissimo non perdere di vista che lo scopo del ricorso NON è quello di ottenere un risarcimento (NON PREVISTO DALLA LEGGE), ma ottenere che MiRi RISPETTI IL CONTRATTO stipulato 10 anni fa con il Comune: tale documento e’ infatti l’unico parametro che oggi abbiamo a nostra tutela e a garanzia di un minimo di qualita’. Cio’ che il TAR dovra’ stabilire sara’ se OBBLIGARE o meno MiRi ad ottemperare e questo e’ l’unico risultato a cui puntiamo. La suddivisione delle spese e’ solo una conseguenza di questa decisione e puo’ essere modulata in maniera varia (ripartizione in percentuali varie, tutto a MiRi, tutto a noi).

In conclusione, e’ legittimo supporre che il denaro del fondo sara’ probabilmente speso in gran parte e comunque, nel caso di avanzi, la proposta e’ quella di valutare se sia fattibile una restituzione alle scuole, ma in ogni caso la decisione sara’ presa collegialmente, probabilmente in una’assemblea cittadina o comunque in un momento di confronto aperto a tutti, in cui ciascun istituto/raggruppamento/zona possa proporre la propria idea, lasciando decidere alla maggioranza.

Visto che il denaro raccolto era destinato a problemi legati alla refezione scolastica, non e’ da trascurare nemmeno il progetto di destinare in toto o in parte la somma eventualmente rimasta alle Commissioni Mensa, che fino ad oggi si sono sempre autotassate per qualsiasi attivita’ abbiano svolto, sia localmente (banalmente, l’acquisto ad esempio dei grembiuli per le ispezioni) sia a livello cittadino (organizzazione di assemblee, volantini, comunicati, ipotesi di analisi e ricerche varie). Quest’ultimo suggerimento vuole essere solo uno spunto ulteriore: di certo, al momento della decisione raccoglieremo i pareri di chi vorra’ esprimersi e poi si decidera’ democraticamente, come in tutte le nostre assemblee.